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Come tutelare il marchio dal rischio di confusione
ISBN 979-12-5586-009-9
Descrizione
La collana delle monografie di LEGIS GIURIDICA è diretta da ANTONIO REVELINO
CAPITOLO 1 – IL MARCHIO: CONCETTI GENERALI
1.1. Il marchio: nozione in generale
1.2. L’evoluzione storica del concetto di “marchio”
1.3. L’evoluzione normativa
1.4. Le caratteristiche del marchio
1.4.1. La novità
1.4.2. La capacità distintiva
Casi pratici: il caso “Borro e Borro del Diavolo”
Casi pratici: il caso “Spaghetto quadrato de La Molisana”
Casi pratici: “Piaggio” vs “Znen”
1.4.3. La liceità
1.5. La funzione del marchio
1.5.1. La funzione meramente distintiva
1.5.2. La funzione di esclusiva
1.5.3. La funzione di indicazione della provenienza
1.5.4. La funzione di garanzia
1.5.5. La funzione di comunicazione e attrattiva
1.6. Le tipologie di marchio
1.6.1. Il marchio generale e speciale
1.6.2. Il marchio individuale e collettivo
1.6.3. Il marchio di fabbrica e di commercio
1.6.4. Il marchio figurativo, denominativo, misto
1.6.5. Il marchio composto: la differenza tra marchio complesso e d’insieme
1.6.6. Il marchio di colore, di suono, olfattivo e di forma
1.6.7. Il marchio forte e debole
CAPITOLO 2 – L’USO DEL MARCHIO
2.1. Il marchio di fatto e il marchio registrato
2.2. Il preuso del marchio di fatto
2.3. L’uso del marchio registrato
2.4. L’uso commerciale del marchio
2.5. L’uso consentito del marchio altrui
2.5.1. L’uso lecito del marchio altrui per la vendita di prodotti usati
2.5.2. L’uso lecito del marchio altrui per l’informazione circa un componente
2.5.3. L’uso lecito del marchio altrui per finalità decorativo – ornamentale
2.6. L’uso l’illecito del marchio altrui
2.6.1. L’uso illecito del marchio altrui per le tabelle di concordanza
2.6.2. L’uso illecito del marchio altrui come parola chiave
2.6.3. L’uso parassitario del marchio altrui
2.6.4. L’uso parassitario nell’ipotesi di “ambush marketing”
2.6.5. L’uso parassitario nell’ipotesi di “look alike”
2.7. L’uso non commerciale o misto
2.7.1. L’uso parodistico del marchio altrui
2.7.2. L’uso del marchio altrui nella satira
2.7.3. L’uso del marchio altrui nella critica
CAPITOLO 3 – IL RISCHIO DI CONFUSIONE
3.1. Il rischio di confusione: nozione
3.2. Riferimenti normativi
3.3. Il rischio di confusione nell’ordinamento italiano
3.3.1. Confondibilità, affinità e somiglianza tra i segni nella giurisprudenza nazionale
3.4. La confusione sull’origine dei prodotti e dei servizi
3.5. Rischio di confusione e rischio di associazione
3.6. Il rischio di confusione nell’ordinamento euro-comunitario
3.7. Fattori rilevanti
3.8. Il principio di interdipendenza
3.9. L’identità tra i segni in conflitto
3.10. La somiglianza tra i segni in conflitto
3.10.1. Somiglianza visuale
Casi pratici: il caso “McKenzie”
Casi pratici: il caso “Peter storm”
Casi pratici: il caso “Clinique”
Giurisprudenza utile alla difesa
3.10.2. Somiglianza fonetica
Casi pratici: il caso “Mystery”
Casi pratici: il caso “Murúa”
Casi pratici: il caso “Artesa”
Giurisprudenza utile alla difesa
3.10.3. Somiglianza concettuale
Casi pratici: il caso “Venado”
Casi pratici: il caso “Picasso”
Casi pratici: il caso “Mundicolor”
Giurisprudenza utile alla difesa
3.11. La dissomiglianza tra i segni in conflitto
3.12. L’impatto di elementi privi di carattere distintivo o con carattere distintivo debole sul rischio di confusione
3.12.1. La prassi comune circa gli elementi comuni con carattere distintivo debole
3.12.2. La prassi comune circa gli elementi comuni privi di carattere distintivo
3.13. Il grado di attenzione del pubblico di riferimento
3.13.1. La definizione di “pubblico di riferimento”
3.13.2. Il diverso grado di attenzione
3.14. La valutazione globale del rischio di confusione
CAPITOLO 4 – LA COMPARAZIONE TRA I PRODOTTI E/ O I SERVIZI
4.1. La comparazione dei prodotti e dei servizi
4.1.1. La classificazione di Nizza
4.1.2. La definizione e la determinazione di “prodotti” e “servizi”
4.2. Lo strumento di analisi di somiglianza per il raffronto fra prodotti e servizi
4.3. Il principio di interdipendenza
4.4. L’identità tra i prodotti
4.4.1. L’identità in caso di termini identici o sinonimi
4.4.2. L’identità in caso di termini inclusi in una categoria generale o ampia
4.4.3. La sovrapposizione
4.4.4. L’uso di indicazioni generali nei titoli delle classi
4.5. La somiglianza tra i prodotti
4.6. I fattori rilevanti per la somiglianza
4.6.1. La natura
4.6.2. La destinazione
4.6.3. La modalità d’uso
4.6.4. La complementarietà
4.6.5. La concorrenza
4.6.6. Il canale di distribuzione
4.6.7. Il pubblico di riferimento
4.6.8. L’origine abituale
4.7. Il grado di somiglianza tra i prodotti
4.8. La valutazione globale del rischio di confusione
CAPITOLO 5 – LA COMPARAZIONE TRA SEGNI E CASI PARTICOLARI
5.1. Segni da confrontare ed elementi trascurabili
5.2. Il giudizio di identità tra i marchi
5.2.1. L’identità tra due marchi denominativi
5.2.2. L’identità tra un marchio figurativo e un marchio denominativo
5.2.3. L’identità tra due marchi figurativi
5.2.4. L’identità tra un marchio in bianco e nero e un marchio a colori
5.3. Il giudizio di somiglianza tra i marchi
5.3.1. Il carattere distintivo dei compenti del marchio
5.3.2. Il carattere distintivo di elementi costituiti da una singola lettera, numeri ed elementi brevi
5.3.3. Gli elementi dominanti
5.4. La comparazione visiva dei segni per il giudizio di somiglianza
5.4.1. La somiglianza visiva tra due marchi denominativi
5.4.2. La somiglianza visiva tra un marchio denominativo e uno figurativo
5.4.3. La somiglianza visiva tra due marchi figurativi
5.4.4. La somiglianza visiva tra due marchi stilizzati
5.4.5. La somiglianza visiva tra due marchi tridimensionali
5.5. La comparazione fonetica dei segni per il giudizio di somiglianza
5.6. La comparazione concettuale dei segni per il giudizio di somiglianza
5.6.1. Il contenuto semantico delle parole
5.6.2. Il contenuto semantico dei parti di parole
5.6.3. Il contenuto semantico delle parole scritte in modo errato
5.6.4. Il contenuto semantico di nomi e cognomi
5.6.5. Il contenuto semantico di segni figurativi, simboli, colori e numeri
5.6.6. Il contenuto semantico dei nomi geografici
5.6.7. Il contenuto semantico delle parole onomatopeiche
5.7. Il metodo per la comparazione concettuale
5.8. Altri principi da prendere in considerazione
5.8.1. Il confronto tra l’impatto degli elementi verbali e l’impatto degli elementi figurativi sulla comparazione visiva e concettuale
5.8.2. La posizione degli elementi verbali nella comparazione visiva e fonetica
5.8.3. I segni brevi
5.9. L’interdipendenza dei tre livelli di comparazione nel giudizio di somiglianza
CAPITOLO 6 – IL GIUDIZIO DI DISSOMIGLIANZA DEI SEGNI
6.1. La dissomiglianza dei segni
6.2. Le ipotesi di dissomiglianza
6.2.1. La dissomiglianza totale
6.2.2. La sovrapposizione di un elemento trascurabile
6.2.3. La sovrapposizione di un elemento verbale non percepibile a causa di una stilizzazione accentuata
6.2.4. La sovrapposizione di un elemento non distintivo
Modelli e istanze da presentare all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (U.I.B.M.)
CAPITOLO 7 – RISCHIO DI CONFUSIONE: LA TUTELA DEL MARCHIO D’IMPRESA
7.1. L’opposizione alla registrazione nel caso di rischio di confusione
7.1.1. La procedura di opposizione nell’ordinamento italiano
7.1.2. La procedura di opposizione nell’ordinamento eurocomunitario
7.3. La tutela giurisdizionale predisposta nel Codice Civile
7.4. La tutela giurisdizionale predisposta nel Codice della Proprietà industriale
7.4.1. La tutela cautelare
7.4.2. L’azione di contraffazione
7.4.3. L’azione risarcitoria
7.5. La tutela del marchio nel Codice Penale
7.6. La tutela del marchio europeo nel Regolamento UE n. 1001/2017
Come condurre il giudizio di identità e/o somiglianza rilevante per il rischio di confusione
Schema n. 1: Melasusanna vs Mele di Anna
Schema n. 2: Giovino vs Jo-Wine
Schema n. 3: L’oro della Sicilia vs L’oro del diavolo
Formulario atti giudiziari