IDEA PER UN SOSTEGNO AL SISTEMA ECONOMICO DEI PAESI EUROPEI PRIMA CHE SFOCINO IN UNA PROBABILE DEPRESSIONE ECONOMICA

Francesco Olivieri

L’idea è quella di garantire il mercato dei capitali, beni e servizi e, dunque, il posto di lavoro ai tanti lavoratori che corrono il rischio di perderlo, per effetto del coronavirus.

Obiettivo: limitare il peso dell’economia finanziaria e speculativa a vantaggio dell’economia reale in un mercato caratterizzato dalla domanda e dalla offerta di capitali, di beni e servizi.

L’ obiettivo potrebbe essere raggiunto se ogni paese fosse in grado di fare un confronto tra il rischio di una forte depressione del proprio sistema economico e la possibilità di mantenerlo in vita, adeguandolo alle nuove prospettive di sviluppo che potrebbero essere generate dalla tempesta del covid 19.

Si tratta di cedere qualcosa di certo, ma di piccole dimensioni, per ottenere qualcosa di probabile, ma prezioso, che potrebbe essere messo a rischio dal coronavirus: la stabilità del sistema economico dei paesi interessati, in un quadro prospettico di cambiamento universale, e la possibilità di ridurre la distanza che esiste tra i pochi che detengono la maggior parte della ricchezza del mondo e il resto dell’umanità.

L’idea poggia sulla possibilità di un accordo sul debito pubblico dei singoli paesi europei nei confronti del resto dell’Europa (estensibile al resto del mondo se dovesse ritenersi interessato).

Il debito pubblico, molto elevato per alcuni paesi, come l’Italia, rappresenta un peso insopportabile per una ripresa economica certa e veloce, adeguata alle aspettative dei singoli cittadini. Sul debito pubblico dei paesi si aggira, poi, il fantasma della speculazione finanziaria che, approfittando dei momenti di debolezza che un paese potrebbe attraversare, sia di natura politica che di natura economica, impedisce al sistema economico del paese in oggetto di crescere e svilupparsi generando nuova occupazione.

Si pensi ai sacrifici imposti nel recente passato al popolo greco dalla famosa TROIKA (Commissione europea, Banca Centrale europea e Fondo monetario Internazionale, tutti rappresentanti il gruppo dei creditori nei confronti dei paesi indebitati) i cui segni sono ancora evidenti nella vita dei singoli cittadini greci.  

In sostanza, bisognerebbe che i paesi interessati firmassero un accordo in cui, senza condizioni, dichiarassero di rinunciare per il futuro agli interessi sul debito pubblico di ciascun paese, ritenendosi creditori soltanto in linea capitali.

Gli effetti sarebbero quelli di alleggerire i singoli paesi dal peso degli interessi passivi sul debito pubblico (in questo periodo, e ancora per molto tempo, i tassi di interesse sono molto bassi, vicino allo zero) ma, soprattutto, i paesi indebitati uscirebbero dalla sfera di influenza degli speculatori finanziari che tanta importanza hanno sull’andamento del famigerato SPREAD.

Sarebbero più avvantaggiati i paesi con un elevato debito pubblico rispetto ai paesi più ricchi. Per chi non è d’accordo il sottoscritto invita a riflettere sullo spirito del piano Marshall che, nato come piano di aiuti ai paesi usciti devastati dalla guerra, aveva nel proprio animus l’obiettivo non dichiarato di salvaguardare un mercato europeo per la esportazione di prodotti in surplus del sistema economico americano.

Per esempio, per quanto riguarda la fetta di debito pubblico italiano detenuto dalla Germania, si tratterebbe di rinunciare agli interessi attivi per la Germania ma passivi per l’Italia allo scopo di mantenere attiva quella fetta del mercato italiano che importa automobili tedeschi e prodotti ad alta tecnologia, dato che la Germania è il primo paese manifatturiero europeo. In pratica, si tratterebbe di uscire dalla sfera egoistica che impedisce alla Germania di vedere il ritorno economico in termini di esportazione di beni e servizi verso l’Italia rispetto alla rinuncia di oggi in termini di interessi attivi sul debito pubblico italiano. A tale proposito valga la idea del Premier svedese Olof Joachim Palme (ucciso la sera del 28 febbraio 1986) secondo cui l’agnello non deve essere ucciso ma tosato per potersi coprire ogni anno.

Francesco Olivieri CELL. 338.8706997 E-MAIL: olivierifrancesco@alice.it

Roma 31 marzo 2020