Decreto legge per proroga dei termini e Consiglio dei Ministri

Giuseppe Sauchella (Avv., Amministratore unico di Sannioeuropa)

Quali misure sono state prorogate?

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 29 aprile 2021, ha approvato un decreto-legge, che introduce disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, che possiamo così sintetizzare:

  • Documenti di identità: proroga dal 30 aprile al 30 settembre 2021 dei termini di validità dei documenti di identità con scadenza entro il 31 gennaio 2020.
  • Patenti di guida: con riferimento alle domande presentate nel 2020 per sostenere l’esame di guida, il decreto estende da sei mesi a un anno il termine entro il quale è possibile sostenere la prova teorica per il conseguimento della patente.
  • Permessi di soggiorno: i permessi di soggiorno in scadenza entro il 30 aprile sono prorogati al 31 luglio 2021. Nelle more, gli interessati possono presentare istanza di rinnovo.
  • Smart working nella Pubblica Amministrazione: fino alla definizione dei contratti collettivi del pubblico impiego, e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, le amministrazioni pubbliche – valorizzando l’esperienza acquisita nella organizzazione e nell’espletamento del lavoro in modalità agile, particolarmente, durante la pandemia – potranno continuare a ricorrere al lavoro agile secondo le modalità semplificate stabilite dall’articolo 263 del Dl 34/2020 (il cosiddetto “decreto Rilancio”), ma senza più essere vincolate al rispetto della percentuale minima del 50 per cento del personale e a condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini e imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza e nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente. Si avvia, quindi, un percorso di ritorno alla normalità, nella Pubblica Amministrazione, in piena sicurezza e nel rispetto dei principi di efficienza e produttività. 
  • Regioni, Enti locali e Camere di commercio: proroga i termini per il rendiconto e il bilancio consolidato delle Regioni e dei bilanci delle aziende sanitarie, nonché quelli del rendiconto e del bilancio degli enti locali e del bilancio d’esercizio delle Camere di commercio, delle loro Unioni regionali e delle relative aziende speciali riferiti all’esercizio 2020.

Brexit e lavoratori distaccati

Andrea Oregioni (Avvocato iscritto presso Ordine Avvocati di Roma, esperto in materia giuslavoristica e diritto civile e responsabile per ASSOIMPRESE delle province di Como-Sondrio-Varese e Lecco)

Circ. Inps n. 71 del 2021

L’Inps, con circ. n. 71 del 24 aprile 2021 fornisce indicazioni relativamente alla legislazione applicabile nelle fattispecie del distacco e dell’esercizio di attività in due o più Stati in seguito alla pubblicazione dell’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l’Unione europea (UE) e la Comunità europea dell’energia atomica, da una parte, e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, dall’altra (TCA).

La circ. in esame precisa che per i lavoratori che svolgono l’attività lavorativa in uno Stato diverso da quello in cui ha sede il proprio datore di lavoro (lavoratori dipendenti) o di abituale esercizio dell’attività lavorativa (lavoratori autonomi) la possibilità di restare assoggettati alla legislazione dello Stato di invio per un periodo non superiore a 24 mesi.

I periodi di distacco autorizzati prima dell’entrata in vigore del TCA devono essere considerati per il calcolo del periodo di distacco ininterrotto conformemente all’applicazione dell’articolo 12 del regolamento (CE) n. 883/2004, cosicché la durata complessiva del distacco ininterrotto non potrà superare il limite dei 24 mesi, ricomprendendo anche i periodi ante 2021, fatta salva la possibilità di estendere la durata del distacco mediante la stipula di un accordo in deroga ai sensi dell’articolo 16 del regolamento (CE) n. 883/2004. Per maggiore chiarezza, si riportano alcuni esempi relativi alle situazioni di distacco ininterrotto che possono verificarsi al 1° gennaio 2021:

  • formulario di distacco rilasciato per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020: estensione del distacco possibile fino al 31 dicembre 2021 (ulteriori 12 mesi, nel limite di 24 complessivi), conformemente all’articolo 12 del regolamento (CE) n. 883/2004;
  • formulario di distacco rilasciato per il periodo dal 1° luglio 2019 al 31 dicembre 2020: estensione del distacco possibile fino al 30 giugno 2021 (ulteriori 6 mesi, nel limite di 24 complessivi), conformemente all’articolo 12 del regolamento (CE) n. 883/2004;
  • formulario di distacco rilasciato per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021 (24 mesi complessivi): estensione del distacco possibile solo previa autorizzazione della proroga ai sensi dell’articolo 16 del regolamento (CE) n. 883/2004.

Smart Working e problemi connessi alla nuova organizzazione del lavoro

Paola Esposito (Psicologa del lavoro Psicoterapeuta)

L’epidemia da Sars Cov 2 che ha colpito l’intero pianeta, ha messo a dura prova le persone dal punto di vista economico-sociale e psicologico.

Lo stress psicologico vissuto in questi mesi è ancora altissimo, soprattutto per chi in questa difficile situazione sanitaria ha dovuto continuare a lavorare da casa, senza più distinguere lo spazio esterno da quello interno.

Lo spazio esterno riguarda la vita di relazioni delle persone, da quelle amicali a quelle lavorative fino alle normali interazioni quotidiane, ma non meno necessarie anche se instaurate con persone che incontriamo giornalmente, con le quali scambiamo semplici battute.

Gli scambi umani rappresentano per le persone la rete che supporta e che contiene nell’interazione con il mondo.

Nello spazio interno troviamo la famiglia, gli affetti più intimi, la casa con tutto ciò che rappresenta come ambiente di protezione e di accudimento.

Con la pandemia i due spazi di vita, si sono fusi e hanno creato una condizione mentale di enorme stress, ansia e spesso anche depressione.

In questo momento le persone si sentono relegate in una condizione di vita mai sperimentata fin’ora.

Un vissuto umano senza eguali, perché tutto si fonde insieme, in una condizione di assenza di confini, scompare per la prima volta la differenza tra vita lavorativa e vita privata.

In tutta questa situazione emergenziale l’utilizzo dello smart working è stato necessario e fondamentale per non fermare interi comparti economici.

Questa nuova organizzazione produttiva, ha evidenziato l’assenza del luogo di lavoro e il cambiamento dei rapporti umani, contribuendo a minare la salute mentale delle persone e anche la qualità del lavoro.

Lo smart working pur rimanendo un’opportunità in un momento difficile impatta notevolmente sulla qualità di vita del lavoratore che inevitabilmente ha bisogno per svilupparsi in maniera adeguata di stimoli provenienti dalla condivisione di tempi, di luoghi e di pensieri. 

Il rapporto con i colleghi per rimanere integro deve necessariamente collocarsi fuori dalla sfera personale dell’individuo, perché è grazie a questa separazione che le persone riescono a lavorare su argomenti e problematiche comuni che caratterizzano la loro organizzazione di appartenenza.

La pandemia ha imposto senza possibilità di riflessione, per l’assenza di tempo a disposizione, un nuovo modello organizzativo della società.

Il lavoro svolto in casa, grazie all’ausilio di un computer è sembrato da subito la soluzione più comoda, senza stress, con meno impegno di risorse economiche e soprattutto meno tempo perso negli spostamenti, una condizione apparentemente ideale, ma dai risvolti psicologici tutt’altro che rassicuranti.

L’impatto più importante c’è stato sulle relazioni, perché il lavoro non si occupa solo della produzione di beni e/o servizi, ma bensì di costruzioni di rete sociale. Lavorare in gruppo senza incontrare fisicamente i colleghi, senza condividere con loro lo spazio fisico, il contatto visivo, impoverisce l’incontro umano, perché la presenza segna la differenza nell’incontro.

Lo smart workng determina irrimediabilmente una cattiva gestione del tempo, che va ben oltre l’impegno canonico richiesto dall’azienda, lo stesso viene percepito generalmente come un lavoro che può accompagnarsi facilmente con faccende domestiche o la cura delle persone che vivono in famiglia; perché il lavoro da casa nella percezione comune è  considerato di serie “b”.

Un ulteriore svantaggio è quello di essere considerati dai colleghi che svolgono il lavoro in presenza, come dei privilegiati e per questo essere soggetti ad invidia.

Lo smart working priva il lavoratore di tutte quelle interazioni, così dette informali, alla macchinetta del caffè, in pausa pranzo, ecc, ma ugualmente strutturanti e significative per il rafforzamento della cultura aziendale.

Gli svantaggi dello smart working sono in linea generale:

  • Il prolungamento del lavoro al di là del tempo richiesto;
  • la frequente interruzione da parte di persone che sono presenti contemporaneamente nello stesso ambiente dove si svolge il lavoro, rappresentato il più delle volte la propria abitazione;
  • il rischio di essere percepiti come lavoratori con compiti di scarso valore;
  • la perdita di relazioni sociali nell’ambiente lavorativo.